mercoledì 20 ottobre 2010

I Bentvueghels

S. Maria in Aquiro - flagellazione
Soffermandomi sulla notizia del restauro delle tre importanti tele della cappella della Passione di S. Maria in Aquiro a Roma, significative in quanto rappresentano l’ultima committenza pubblica affidata alla scuola di Caravaggio, leggendo degli eventuali realizzatori (si parla del francese Trophime Bigot per due tele e del cosiddetto “Master of candle” per la terza) ho trovato anche il nome dei Bentvogels (o banda degli Uccelli; scritto anche Bentvueghels). Questa, poco conosciuta col suo vero nome e dalla storia affascinante anche per capire il variegato ambiente romano dell'epoca, era un'associazione di pittori ("Schilderbend" gilda dei pittori), in larga parte olandesi e fiamminghi, in opposizione all'Accademia di San Luca. Fondata nel 1623 da Breenbergh e Poelenburgh  aveva sede in via Margutta, nei pressi di Piazza di Spagan, garantiva assistenza ai soci e perseguiva una pittura di genere (scene di strada e di vita quotidiana, vedute con rovine). In seguito parte dei pittori di questa gilda furono conosciuti anche col nome di Bamboccianti (usato per la prima volta da Salvator Rosa), e del resto molti dei soprannomi derivano proprio da qui.
L'associazione era famosa anche per un'altro motivo: come riporta questa esauriente nota di wikipedia "altra caratteristica della Schildersbent, che richiamava scarso apprezzamento, erano i rituali e pratiche bacchici dei suoi associati. Anche se l'organizzazione non aveva uno statuto o un qualsivoglia regolamento, era comunque previsto un rituale di iniziazione a cui doveva sottoporsi ogni nuovo adepto e che ci è noto da varie testimonianze lasciate da Bentvueghels, come disegni, incisioni e racconti. Si trattava di una parodia di antiche feste, in cui i vari membri, vestiti con toghe e con la corona d'alloro, onoravano Bacco. Il novizio aveva il privilegio di giocare il ruolo del dio. La cerimonia iniziava con uno pseudo-battesimo in chiave sempre di parodia, in cui il nuovo adepto veniva innaffiato di vino. Seguivano lauti banchetti e la visita alla tomba di Bacco, ovvero al Sarcofago di Costantina in porfido rosso, recante scolpite scene di vendemmie con tralci di vite e putti. Questo sarcofago si trovava nella Chiesa di Santa Costanza, che si suppone sia stata costruita su un tempio dedicato a Bacco. Oltre all'iniziazione, era usanza che ogni membro avesse un soprannome: in una nicchia vicino al sarcofago, si trovano centinaia di nomi di Bentvueghels con i relativi soprannomi".

Tali cerimonie sono ricordate dal Passeri, dal Sandrart e piú dettagliatamente da Cornelis de Bruyn, a Roma nel 1675, e documentate da disegni e incisioni. In basso alcune immagini:





“Vi e poi talun, che col pennel trascore
A dipinger faldoni e guitterie,
E facchini, e monelli, e tagliaborse:
Vignate, carri, calcare, osterie,
Stuolo d’imbriaconi, e genti ghiotti,
Tignosi, tabaccari, e barberie;
Niregnacche, bracon, trentapagnotte:
Chi si cerca pidocchi, e chi si gratta,
E chi vende ai baron le pere cotte;
Un che piscia, un che caca, un che alla gatta
Vende la trippa, Gimignan che suona,
Chi rattopa un boccal, chi la ciabatta...”
"...Da l'atlantico mare a l'eritreo
il decoro non ha dove ricoveri,
ch'ognun s'è dato ad imitar Pirreo:
sol bambocciate in ogni parte annoveri,
né vengono a i pittori altri concetti
che pinger sempre accattatozzi e poveri".


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