mercoledì 2 settembre 2009

Caravaggio-Bacon

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Parafrasando un celebre saggio di Mario Praz considero “La carne, la morte e il diavolo” un buon sottotitolo per la prossima mostra che si svolgerà a Roma presso la Galleria Borghese dal titolo Caravaggio-Bacon; naturalmente queste parole vanno benissimo per Bacon, artista maledetto nel senso più nichilista della parola, un po' meno per il Merisi che la critica moderna (e spesso poco percepita dal grosso del pubblico) ha da tempo sdoganato da quell’aura di genio e sregolatezza, considerandolo un uomo dalla tormentata religiosità. Come spiega Calvesi “Bacon non ha nulla di Caravaggio, non si è ispirato a Caravaggio, però se cʹè un artista del nostro tempo che può essere equiparato a Caravaggio è proprio lui”; se un legame c’è tra i due, allora, lo si può trovare solo attraverso un cortocircuito, il ricorso ad un anacronismo fatto di impressioni e null’altro ma che contribuisce a rendere unico nel suo genere, almeno nella stantia realtà italiana, questo evento.

Probabilmente l’unica pecca risiede nel luogo prescelto per l’esposizione, un ambiente fortemente storicizzato e talmente saturo di capolavori da mettere in ombra ogni tentativo di percezione positiva di un percorso; sono curioso di vederne l’allestimento pur rimanendo della convinzione che una mostra di questo livello nella Galleria Borghese alla fine sia solo il frutto di una sbagliata strategia di marketing.

Comunque tornando ai nostri due artisti, che personalmente ammiro totalmente, non posso che rimanere affascinato da questo loro accostamento; come spiega infatti anche il comunicato “non si vuole teorizzare dipendenze di Bacon da Caravaggio, ma provocare suggestioni visive, evocare corrispondenze spontanee risultanti da accostamenti formali…Caravaggio e Francis Bacon sono tra gli interpreti più rivoluzionari e profondi della rappresentazione della figura umana. Entrambi, nelle diversità della loro poetica e del loro tempo, hanno penetrato con sconvolgente originalità il mistero dell’esistenza e dell’arte, rappresentando la verità spirituale nella più traumatica immediatezza della carne”.

Due artisti potenti, nel senso più pregnante della parola; dove in Bacon c’è “una visione angosciosa del reale che passando attraverso l'inconscio riemerge in forme che potremmo definire “mostruose”, in Caravaggio si percepisce tutta la drammaticità di una realtà in cerca di salvazione e che solo la luce divina può redimere dall’oscurità in quanto “è capace di dare ai suoi dipinti la fragranza dellʹevento che accade qui ed ora”; personalmente però in Bacon è più forte l’attaccamento all’uomo; ricordando le parole del mio primo professore d’arte moderna, infatti, Bacon si può definire l’ultimo umanista che l’arte ha avuto. Per poter arrivare ad amare l’uomo, infatti, l’ha dovuto prima distruggere.

http://www.errecomeroma.it/index.php?variabile=articolo&code=447

La mostra si potrà ammirare dal 1° ottobre 2009 al 24 gennaio 2010 presso la Galleria Borghese. (Per informazioni-Scaricate la cartella stampa).

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